Con riferimento alle imprese operanti in un’area di crisi industriale complessa, sono assegnate le risorse per l’intervento straordinario di integrazione salariale.
Nel dettaglio, per l’anno 2017, le risorse finanziarie sono assegnate alle Regioni Lazio, Puglia, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Molise, Marche, Abruzzo, Sardegna, Liguria e Umbria, nella seguente misura: Regione Lazio – Euro 19.602.472,25; Regione Puglia – Euro 19.124.363,17; Regione Toscana – Euro 22.949.235,80; Regione Friuli Venezia Giulia – Euro 4.220.632,20; Regione Sicilia – Euro 6.290.445,28; Regione Molise – Euro 6.215.418,03; Regione Marche – Euro 7.649.745,27; Regione Abruzzo – Euro 4.207.359,90; Regione Sardegna – Euro 11.765.780,59; Regione Liguria – Euro 10.193.456,73; Regione Umbria – Euro 4.781.090,79.
L’onere complessivo è pari ad euro 117.000.000,00, ed è posto a carico del Fondo Sociale per Occupazione e Formazione. Le Regioni interessate devono rispettare il limite delle risorse finanziarie ad esse attribuite.
Come risaputo, l’intervento straordinario di integrazione salariale in parola è concesso alle imprese che – avendo già beneficiato a qualunque titolo di precedenti trattamenti di cassa integrazione guadagni straordinaria, conclusi nell’arco temporale 2016 – 2017 – non possono ricorrere, nel corrente anno, ad un ulteriore trattamento di integrazione salariale straordinaria.
Il trattamento può essere autorizzato sino al limite massimo di 12 mesi per l’anno 2017; in presenza di un accordo sottoscritto nel 2017, con domanda ed inizio della sospensione o riduzione di orario sempre nel 2017, è possibile concedere il trattamento della durata di 12 mesi, anche superando il limite temporale del 31 dicembre 2017, fermo restando il limite di spesa complessivo e quello definito dalle risorse assegnate ad ogni singola Regione.
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