Sentenze di condanna a favore del contribuente: garanzia per l’esecuzione




Le sentenze di condanna al rimborso di somme costituite da risorse proprie tradizionali e da IVA riscossa all’importazione, sono integralmente disciplinate dalle norme di matrice unionale (AGENZIA DELLE DOGANE – Nota 24 marzo 2017, n. 31568/R.U.).

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze 6 febbraio 2017, n. 22, recante il “Regolamento di attuazione dell’articolo 69, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546, sulla garanzia per l’esecuzione delle sentenze di condanna a favore dl contribuente”, in vigore dal 28 marzo 2017, si stabilisce il contenuto della garanzia, la sua durata nonché il termine entro il quale la stessa può essere escussa a seguito dell’inerzia del contribuente in ordine alla restituzione delle somme garantite protrattasi per un periodo di tre mesi.
L’esecuzione delle sentenze di condanna al pagamento di somme in favore del contribuente per importi superiori ai diecimila euro, diverse dalle spese di lite, può essere subordinata, dal giudice, alla prestazione di idonea garanzia, anche tenuto conto delle condizioni di solvibilità del contribuente.
A tale riguardo si sottolinea che relativamente alle sentenze di condanna al rimborso di somme costituite da risorse proprie tradizionali e da IVA riscossa all’importazione, la materia resta integralmente disciplinata dalle norme di matrice unionale, sicché il rimborso di tali somme, indipendentemente dal relativo importo, può avvenire soltanto a seguito del passaggio in giudicato della sentenza favorevole al contribuente, oppure previa costituzione di apposita garanzia che potrà essere svincolata solo all’esito definitivo del giudizio.
La garanzia in esame è prevista, inoltre, anche nelle ipotesi di sospensione giudiziale dell’atto impugnato ovvero della sentenza.
Nel merito del Decreto in oggetto, si evidenziano, in particolare, le disposizioni concernenti l’esatta copertura che deve essere assicurata dalla fideiussione (importo del debito con l’aggiunta degli interessi) e la precisazione che, qualora i tributi oggetto di contenzioso afferiscano a risorse proprie tradizionali, il tasso di interesse è determinato ai sensi dell’art. 112, par. 2, del Regolamento (UE) n. 952/2013 che istituisce il codice doganale dell’Unione.
D’interesse è anche la durata della garanzia nei casi di sospensione giudiziale dell’atto impugnato ovvero della sentenza ove viene fatta salva la particolare disciplina prevista dalle norme unionali qualora l’oggetto del contenzioso sia costituito da risorse proprie tradizionali e da IVA riscossa all’importazione. E’ infatti precisato che la garanzia “è prestata fino al termine del nono mese successivo al passaggio in giudicato del provvedimento che definisce il giudizio ovvero fino al termine del nono mese successivo all’estinzione del processo”.
Si demanda, infine, ad un decreto del Direttore Generale delle Finanze l’individuazione dei modelli in conformità dei quali deve essere redatta la garanzia. Tali modelli dovranno essere utilizzati anche ai fini della prestazione della garanzia in questione nei giudizi aventi ad oggetto risorse proprie tradizionali nonché l’IVA riscossa all’importazione, ad integrale sostituzione di quelli sinora in uso.


 






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