Il Ministero dello Sviluppo Economico ha chiarito che l’esercizio dell’attività di asilo nido con la preparazione e la somministrazione dei pasti ai bambini, non integra il requisito professionale richiesto per il commercio al dettaglio di generi alimentari e per la somministrazione di alimenti e bevande (Risoluzione 06 aprile 2017, n. 133794).
Il Ministero ha preliminarmente sottolineato che in base alla vigente normativa in materia di attività di somministrazione di alimenti e bevande di cui all’art. 71, co. 6, del Decreto Legislativo n. 59 del 2010, come modificato nel 2012 dal Decreto Legislativo n. 147 del 2012, nel caso di attività di vendita di prodotti alimentari e di somministrazione di alimenti e bevande effettuate non al pubblico ma nei confronti di una cerchia determinata di soggetti, non è più necessario il possesso del requisito professionale.
Di conseguenza anche il titolare di asilo nido privato che somministra pasti e bevande ai soli bambini assistiti è esonerato dall’obbligo del possesso dei requisiti professionali.
Per quanto concerne, dunque, il riconoscimento del requisito professionale per l’avvio e l’esercizio di un’attività commerciale al dettaglio di generi alimentari e per la somministrazione di alimenti e bevande in capo al titolare di asilo nido privato con preparazione e somministrazione di pasti, il Ministero ha precisato che detto requisito è acquisito, tra l’altro, mediante l’esercizio in proprio per almeno due anni, anche non continuativi, nel quinquennio precedente, di “attività d’impresa nel settore alimentare o nel settore della somministrazione di alimenti e bevande”.
Secondo il Ministero l’attività di asilo nido privato non può essere considerata alla stregua di un’impresa esercente l’attività nel settore alimentare o della somministrazione di alimenti e bevande, anche se all’interno vengono preparati e somministrati pasti agli assistiti.
Da ciò il diniego al riconoscimento del requisito professionale per svolgere l’attività di ristorante e bar.
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