Approvato dal consiglio dei Ministri un decreto legislativo che prevede disposizioni per la ridefinizione della disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici.
Il provvedimento stabilisce le categorie delle imprese legittimate a chiedere il sostegno pubblico, i requisiti di accesso al contributo e i criteri che presiedono alla sua determinazione quantitativa, oltre al procedimento di liquidazione dei contributi. Il decreto si pone dunque l’obiettivo di assicurare il sostegno pubblico necessario alle voci informative autonome e indipendenti, soprattutto a quelle più piccole che rischiano di risentire maggiormente della situazione di crisi del mercato editoriale. Possono essere destinatarie dei contributi all’editoria le imprese editrici costituite nella forma di:
– cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
– imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro, limitatamente ad un periodo transitorio di cinque anni dall’entrata in vigore della legge di delega;
– enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
– imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche;
– imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
– associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;
– imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.
Sono invece espressamente escluse le imprese editoriali quotate in Borsa, le imprese editrici di organi d’informazione dei partiti, dei movimenti politici e sindacali, nonché le pubblicazioni specialistiche.
I contributi sono calcolati in parte come rimborso di costi e in parte in base al numero di copie vendute. Vengono riconosciuti in percentuale più alta i costi connessi all’edizione digitale, al fine di sostenere la transizione dalla carta al web. Si prevedono parametri diversi a seconda del numero di copie vendute e si introduce un limite massimo al contributo, che non potrà in ogni caso superare il 50% dei ricavi conseguiti nell’anno di riferimento.
Il decreto razionalizza anche la disciplina del sostegno pubblico a favore di quotidiani e periodici in lingua italiana prevalentemente diffusi all’estero.
Riguardo alle modalità di erogazione, si prevedono due rate, consistenti in un acconto pari al 50 per cento del contributo erogato nell’anno precedente e in una seconda rata a saldo.
Approvato anche un decreto legislativo che prevede la revisione della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Il riordino e la razionalizzazione riguardano, nello specifico le competenze in materia di formazione, con particolare riguardo alla formazione professionale continua (aggiornamento professionale); il numero massimo dei componenti del Consiglio nazionale, che non può essere superiore a 60 (rispetto agli attuali 156); l’adeguamento del sistema elettorale, garantendo la massima rappresentatività territoriale.