Razionalizzazione degli ambiti territoriali d’intervento ispettivo: precisazioni




Si forniscono precisazioni sulla razionalizzazione degli ambiti territoriali d’intervento ispettivo, al fine di consentire una più efficiente utilizzazione del personale ispettivo ed una maggiore efficacia delle iniziative di contrasto del lavoro sommerso e irregolare.


La normativa, è noto, non prevede limitazioni territoriali in relazione agli atti di accertamento, quindi l’ispettore può svolgere accertamenti ed emanare provvedimenti sanzionatori nei confronti di realtà datoriali situate in Comuni di Province limitrofe rispetto a quelle dove è ubicato il proprio Ufficio; in tale ipotesi, la pratica ispettiva rimane incardinata presso l’Ufficio di appartenenza dell’ispettore anche in relazione ai successivi adempimenti finalizzati all’adozione del verbale unico di accertamento e notificazione.
Quanto alla ricezione degli scritti difensivi e dell’eventuale audizione, o dell’emissione del provvedimento sanzionatorio “definitivo”, la competenza rimane esclusivamente in carico all’Ispettorato che ha sede nella Provincia dove è ubicata la realtà datoriale oggetto di accertamenti. Tuttavia, l’Ufficio di appartenenza dell’ispettore può fornire all’ITL territorialmente competente collaborazione necessaria alla definizione dell’istruttoria legata alla emanazione dell’ordinanza ingiunzione e alle attività di rappresentanza e difesa in giudizio.


Le predette indicazioni valgono anche per gli accertamenti e alla generalità delle violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Relativamente all’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, le procedure di revoca e di annullamento restano in carico all’Ufficio di appartenenza dell’ispettore. Anche per le violazioni penali l’ispettore che effettua gli accertamenti provvede alla puntuale attivazione degli obblighi informativi nei riguardi della competente Autorità Giudiziaria.
Alla luce di quanto sopra chiarito, gli Ispettorati interregionali devono redigere tempestivamente una compiuta “mappatura” dei Comuni presso i quali l’attività di vigilanza va rimessa al personale ispettivo appartenente ad un ITL di un diverso ambito provinciale.





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