La Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza riguardante l’obbligo di motivazione dell’atto impositivo emesso nei confronti del socio sulla base della presunzione di distribuzione degli utili “in nero” accertati nella società a base ristretta. L’Agenzia delle Entrate ha rettificato il reddito della società e ha recuperato a tassazione il maggiore reddito da partecipazione asseritamente conseguito dal socio, applicando la presunzione di distribuzione degli utili extracontabili. La Commissione Tributaria Provinciale di Varese ha respinto il ricorso del socio perché ritenuto carente di motivazione. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale della Lombardia ha accolto l’appello del socio sostenendo la necessità di una motivazione autonoma e specifica per l’avviso di accertamento nei confronti del socio. L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione e ha ottenuto un verdetto favorevole. La Corte Suprema ha ribadito la mancanza di litisconsorzio necessario tra società e soci in caso di presunzione di distribuzione degli utili, confermando che l’avviso di accertamento emesso nei confronti del socio può riferirsi per relationem a quello della società. La causa è stata rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia per un nuovo giudizio.
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